Euroacciai: 2018 di consolidamento
Buona domanda e prezzi stabili. Effetti della Salvaguardia Ue ancora da decifrare
VILLA CARCINA (Bs) – Il 2017 è stato un ulteriore anno di positività, sulla scia degli ultimi cinque esercizi: fatturato in crescita del 14% e utile netto di 2 milioni di euro, in aumento del 9,5%. E il 2018 di Euroacciai, centro servizio di laminati in acciaio inox di Villa Carcina, nel Bresciano, a oggi ha tutte le carte in regola per essere archiviato sotto la medesima voce.
«Il livello della domanda è buono e i prezzi sono stabili – spiega l’amministratore delegato, Alessio Tommasini (nell'immagine in apertura ) -. I nostri impianti stanno lavorando a pieno ritmo. Auspichiamo in un consolidamento di giro d’affari, risultati e volumi, circa 30mila tonnellate annue».
Diversamente dallo scorso anno, caratterizzato da un mercato a velocità alterne (in accelerazione nei primi 4 mesi, per i timori di una possibile rarefazione delle disponibilità; poi in rallentamento e infine, nel secondo semestre, in recupero), il 2018 è segnato da una minore variabilità. Quanto ai prezzi, «stiamo assistendo a una certa stabilità, molto influenzata dalle quotazioni extra Ue, soprattutto dell’area orientale, nonostante gli aumenti importanti del nostro minerale di base, il nichel – precisa l’ad Tommasini -. Apprezzamenti che, in passato, venivano recepiti».
Salvaguardia: misura «blanda», ma sotto osservazione
L’andamento generale del mercato, secondo Euroacciai, è in sintesi positivo. Ma ad agitare le acque potrebbero essere le conseguenze delle misure provvisorie di Salvaguardia adottate dall’Ue: è il contingentamento dei flussi di prodotti in entrata il vero osservato speciale.
Tommasini prevede «arrivi importanti tra ottobre e i primi di dicembre. Già in questi giorni ci attendiamo un generale rallentamento degli ordinativi. Basti pensare che se ordino oggi da Taiwan, la merce arriva a gennaio, quando le quote di import potrebbero essere già state utilizzate». È tutto da verificare, poi, un eventuale «sversamento degli acquisti verso le acciaierie europee, con conseguente aumento dei prezzi, che potrebbero tornare a essere più legati alle fluttuazioni del nichel».
In ogni caso, non sono attesi grandi scossoni nell’equilibrio dei flussi commerciali raggiunto negli anni scorsi. «La misura europea è piuttosto blanda – è il parere di Tommasini -. Il calcolo dei contingenti è stato effettuato sull’import dell’ultimo triennio, quando negli scorsi 2 anni le importazioni sono state massicce». Potrebbero essere favoriti, però, gli operatori «finanziariamente più sani, in grado di concentrare gli acquisti nei prossimi due mesi».
Nuovi equilibri nei mercati a valle
Resta alta l’attenzione anche alla variabilità dei prezzi delle materie prime. Anche se “l’emergenza” ferrocromo è rientrata: dopo il record di 1,62 dollari la libbra toccato nel primo trimestre 2017, la quotazione nel terzo trimestre di quest’anno si è assestata a 1,38, tornando in una fascia elevata ma non «drammatica».
Altri equilibri, negli scorsi anni, sono stati rivoluzionati: quelli dei mercati di sbocco di Euroacciai, che si rivolge in massima parte al Nord e Centro Italia (e per la restante porzione al Nord Europa). Non è più, come negli anni ’80, il settore casalinghi a trascinare le operazioni del centro servizio. «Il comparto è stabile, ma lo sviluppo resta debole, da un lato per il ciclo di vita dei prodotti, dall’altro per la concorrenza del Far East» spiega Tommasini. Vanno meglio i mercati «della posateria e dell’inox per l’alberghiero, anche se non sono più così determinanti per il nostro bilancio». Restano invece importanti i settori legati all’automotive, che nell’ultimo anno e mezzo «hanno accelerato in modo deciso». Nello stesso periodo, ha conosciuto «un buono sviluppo anche l’industria enologica, con la produzione di impianti e serbatoi».
L'interno dello stabilimento Euroacciai di Villa Carcina (Brescia).
Fonte: siderweb 31/08/2018